e giornate di New York vissute da noi del gruppo LAPS di Fucecchio: Libera Associazione Poeti e scrittori che sono tra gli organizzatori del Premio Internazionale, sono state quanto di più entusiasmante si potesse vivere. Infatti, oltre ad aver fatto i turisti con visite usuali e nei luoghi più significativi, compreso lo struggente Ground Zero, nel giorno del Columbus Day abbiamo partecipato alla sfilata tutti in gruppo, vestiti da Dante e Beatrice (eravamo in 47), con alla testa un poeta vestito da Leonardo Da Vinci con in mano La Gioconda e poi con lo stendardo della LAPS e quello di Lerici che tramite il comune ci ha sponsorizzato. Un’esperienza così nessuno di noi l’aveva mai avuta ma ancor di più nessuno si sarebbe aspettato di provare tanta emozione. Sin dall’inizio, quando abbiamo visto che dietro le transenne c’erano moltissimi Italiani e tutti con le bandiere in mano, che hanno cominciato ad applaudirci, a urlare come allo stadio, a salutarci (qualcuno con una lacrimuccia!) ci siamo resi conto via via che in quel momento, rappresentavamo tanto per loro e che questa appartenenza ci accomunava in un tripudio di affetto, emozioni e nostalgie. Gli organizzatori ci avevano detto di sorridere, ma non ridere e non parlare tra noi, ma con un’accoglienza simile non abbiamo saputo trattenerci.
Personalmente ho poi fatto tutta la strada salutando a piene mani, mandando baci e ricevendone altrettanti. Ci hanno scattato fotografie a non finire, siamo stati ripresi dalle televisioni ed ogni tanto mi sono dovuta fermare perché qualcuno voleva qualche spiegazione in più su di noi. Quando sapevano che eravamo scrittori e poeti si scioglievano ancora di più e l’entusiasmo saliva alle stelle. Tra le persone che ci salutavano non c’erano soltanto Italiani, ma tanti tanti stranieri, Giapponesi, Cinesi, Africani e molti Americani. C’era addirittura una signora, forse americana, che per farci vedere che era stata in Italia aveva una gondola di Venezia in mano. In quella Quinta strada noi non camminavamo più, ma ci sentivamo di volare cullati da tutto questo entusiasmo e fieri di essere italiani, veramente! Abbiamo capito tutti cosa sia l’orgoglio nazionale e ne siamo ancora immersi.
Personalmente avevo il libro di poesie del mio Vincenzo e così spero che qualcuno guardando le fotografie possa vedere anche lui che non c’era, essere lì, presente. Resta da immaginare lo stupore degli ospiti dell’albergo dove eravamo alloggiati quando al mattino hanno visto nell’atrio questo pittoresco gruppo di persone in costume! I tanti sorrisi ricevuti ci hanno dato l’assaggio di quello che avremmo vissuto all’indomani durante la premiazione. Come sempre per me è una doppia emozione perché ricevo degli applausi che non merito ma che posso solo sperare vengano condivisi da qualcuno che da lassù mi aiuta a continuare nella mia tenacia nel volerlo far conoscere sempre di più.
